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CHAIRS
Emanuela Dal Zotto (emanuela.dalzotto@unipv.it), Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di
Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Pavia.
Angelo Scotto (angelo.scotto01@ateneopv.it), Dottore di ricerca in Scienza Politica presso
l'Università di Pavia.
DISCUSSANT
Prof.sa Tiziana Caponio (tiziana.caponio@unito.it), Dipartimento di Culture, Politica e Società
dell'Università degli Studi di Torino.
Il fenomeno migratorio è ormai da decenni centrale nella politica europea: non solo il tema domina
l’agenda politica ed elettorale in molti paesi, con la crescita e il consolidamento di partiti e
movimenti che pongono il contrasto all’immigrazione al centro delle proprie proposte, ma anche a
livello di policy-making la gestione dei flussi migratori e gli strumenti per l’inclusione o
integrazione degli stranieri nelle società ospitanti vede l’emergere di grandi contrasti sia tra i diversi
partiti politici, sia tra diversi gruppi di interesse, o anche tra diversi livelli istituzionali. Esempi di
conflittualità nel processo decisionale possono essere osservati negli iter legislativi parlamentari
come a livello comunale, nel rapporto tra istituzioni europee e governi nazionali come, ad esempio
nel caso italiano, nei contrasti tra governo e regioni. A questo si aggiunga che fenomeni ed eventi
recenti e di stretta attualità hanno messo in luce vari e gravi problemi delle politiche europee
sull’immigrazione, dall’insufficiente capacità di gestione dei flussi di profughi e richiedenti asilo ai
limiti (o direttamente gli insuccessi) delle politiche di integrazione sociale e dei modelli ad esse
sottostanti. Per questo l’analisi delle politiche sulle migrazioni è oggi un tema importante sia in
termini di discorso pubblico che sotto il profilo della ricerca scientifica.
Non si tratta di un ambito di studi nuovo: l’evoluzione della ricerca sulle migration policies in
Europa ha seguito i cambiamenti della percezione del fenomeno migratorio nella società. Se in
origine il focus principale era sulle politiche dell’immigrazione, intese come controllo dei flussi e
definizione delle regole di ingresso e permanenza nei paesi ospitanti, la crescente consapevolezza
della stabilizzazione di un numero sempre maggiore di immigrati ha portato all’aumento, in termini
di numero e di rilevanza, degli studi sulle politiche di integrazione dei migranti e di coesione sociale
nelle società multietniche. Lo sviluppo di questi ambiti di studio ha reso evidente il nesso tra
politiche per l’immigrazione e politiche per l’integrazione, e come le une influiscano sulle altre.
Un altro sviluppo importante della ricerca è la crescente rilevanza, dalla fine degli anni ’90 in poi,
della dimensione locale nello studio delle politiche per gli immigrati. Questo fenomeno è una diretta
conseguenza della ricerca sulle politiche per l’integrazione, poiché, come nota Rinus Penninx, è
proprio il contesto locale quello in cui il processo di integrazione avviene ed è misurabile; a ciò si
aggiunga che in molti paesi europei i processi di decentralizzazione avvenuti negli ultimi decenni
hanno portato a un aumento degli ambiti di azione, dei poteri e delle risorse dei governi locali, che
diventano quindi responsabili nell’erogazione di servizi o nella definizione delle politiche. Anche in
questo caso, la crescita di un ambito di studio non ha implicato la scomparsa del precedente: al
contrario, le interazioni tra i diversi livelli di governo sono al centro delle ricerche sulla governance
multi-livello dell’immigrazione, uno dei principali paradigmi odierni per lo studio delle migration
policies.
Il quesito che ci poniamo è in che modo l’attuale crisi dei rifugiati europea e gli eventi che
sembrano testimoniare il fallimento delle politiche di integrazione e coesione sociale in atto (siano
essi casi di cronaca come le aggressioni di Capodanno 2016 a Colonia o fenomeni sociali più ampi
come la radicalizzazione religiosa di una parte dei migranti di seconda generazione) influenzano le
politiche locali per l’immigrazione: quali sono i nuovi problemi che emergono? Quanto e come
condizionano l’agenda politica? Come influenzano la scelta e l’ampiezza dei soggetti che prendono
parte nei processo decisionale? E gli outcome delle politiche? Quali sono gli ambiti di policy che
più risentono di questo impatto? Allo stesso modo, ci chiediamo se le aree (città, distretti/province,
regioni) che hanno una maggiore esperienza nella gestione della presenza migratoria sul proprio
territorio e nell’implementazione di politiche di integrazione e coesione sociale sperimentino
maggiori o minori difficoltà nella gestione dei nuovi flussi di rifugiati.
Il panel intende favorire l’analisi e la discussione sulle politiche locali per l’immigrazione, e in
particolare sui sopra menzionati quesiti. Fermo restando il focus sulla dimensione locale, e la
preferenza per analisi empiriche e studi di caso (sia singoli, sia analisi comparative di casi diversi),
sono benvenuti contributi che:
a) analizzano le trasformazioni delle politiche di fronte alle mutazioni dei flussi migratori, sia a
livello di processo decisionale che di contenuti;
b) si concentrano sul processo di policy-making, sui soggetti che ad esso partecipano, sulle
interazioni tra i diversi livelli di governo;
c) affrontano singoli ambiti di policy (es. le politiche sociali, l’inserimento lavorativo, la coesione
sociale);
d) si concentrano d1) su specifiche categorie di migranti (es. minori non accompagnati, migranti
irregolari) o su specifici gruppi etnici, nazionali o religiosi; oppure d2) su specifici attori del
processo di policy, quali i partiti politici, street-level bureaucrats, organizzazioni del terzo settore,
comitati di cittadini, gruppi economici, ecc.
e) analizzano attività, progetti e pratiche di integrazione e coesione sociale promosse dal basso, cioè
da soggetti non istituzionali;
f) offrono approcci metodologici e riflessioni teoriche innovative sui processi di policy-making per
l’immigrazione.
I contributi possono essere in italiano o in inglese.
Chi è interessato a partecipare può spedire ai chair una proposta di paper composta da titolo del
contributo, abstract, nomi degli autori, istituzioni di riferimento e recapiti.
Le deadline per la partecipazione sono le seguenti:
5 giugno 2016: data ultima per spedire le proprie proposte per farlo, i partecipanti possono
registrarsi al Convegno sul sito della SISP (http://www.sisp.it/convegno2016/), su cui sono inserite
le istruzioni per inviare i propri contributi; i chair provvederanno a informare gli autori delle
proposte accettate entro il 7 giugno;
8 settembre 2016: data ultima per inviare i propri paper completi, sempre attraverso il sito indicato
sopra.
L’iscrizione al convegno è aperta dal 6 giugno al 17 settembre 2016; per i paper giver non-soci
della SISP la quota di partecipazione è di € 80,00 se registrati entro il 31 luglio 2016 (early bird), €
100,00 se registrati dopo l’1 agosto 2016.