Il Piemonte ha una lunga storia di emigrazione. Tra il 1870 e il 1970, oltre 2 milioni di piemontesi lasciarono la loro terra per cercare fortuna altrove, dirigendosi inizialmente verso Francia, Svizzera e Germania, e successivamente verso mete oltre oceaniche come Argentina e Brasile. A partire dai primi anni 2000, la regione è stata protagonista di una nuova ondata migratoria che ha evidenziato la necessità di comprendere questo fenomeno sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo.
Tra gli obiettivi del progetto, centrale è quello di analizzare le dinamiche delle nuove mobilità piemontesi, superando narrazioni semplicistiche come quella della 'fuga dei cervelli': oltre il 60% di chi emigra, infatti, non possiede una laurea, il fenomeno coinvolge infatti diverse categorie, studenti, lavoratori qualificati, operai non qualificati, professionisti di ogni sorta, ma anche famiglie intere, coppie, cittadini con background migratorio naturalizzati e tanto altro.
A tal fine, l'indagine quantitativa analizzerà i dati disponibili da ISTAT e AIRE, integrandoli con le fonti dei paesi di immigrazione. Verranno esaminate età, genere, titoli di studio, percorsi professionali e struttura familiare dei nuovi migranti piemontesi, con particolare attenzione alle destinazioni europee, senza trascurare mete oltreoceaniche.
Il cuore del progetto sarà l'indagine qualitativa. Circa venti interviste in profondità, condotte su un campione rappresentativo della realtà migratoria piemontese contemporanea, esploreranno motivazioni, strategie migratorie, percorsi di integrazione, legami identitari e reti associative.
Un ulteriore approfondimento sarà dedicato all'analisi dei social network, strumenti ormai indispensabili sia per i migranti che per i ricercatori, in quanto piattaforme di connessione, informazione e documentazione.
Il progetto non si limita a fotografare un fenomeno in continua evoluzione, ma si propone di offrire strumenti concreti per politiche migratorie più consapevoli e inclusive, valorizzando il potenziale delle nuove mobilità come risorsa per lo sviluppo del territorio piemontese e della sua diaspora.