Regina Soria riprende uno dei temi centrali del dibattito che si sta svolgendo tra i discendenti degli italiani negli Stati Uniti e che riguarda l’immagine negativa degli italoamericani nei media del Paese. Attraverso un’ampia rassegna di un libro appena pubblicato da Paola Casella, Hollywood Italian, ne rintraccia l’origine nel cattivo uso operato dai media della filmografia, peraltro eccellente, sugli e degli italiani negli Stati Uniti.
Rovilio Costa analizza il multilinguismo in una società plurietnica e pluriculturale in relazione all'attuale contesto socio-culturale del Brasile meridionale, con particolare riferimento all'italiano parlato e studiato nel Rio Grande do Sul. La crescita e la diffusione dei corsi di italiano, nel Rio Grande do Sul come negli stati brasiliani limitrofi, ha infatti provocato la tensione e talvolta la contrapposizione tra una sorta di koinè di lunga tradizione – il talian – e la lingua italiana insegnata nei corsi ufficiali. Contro i tentativi di prevaricazione linguistica, Rovílio Costa propone qui un progetto culturale che si adatti alla realtà locale e che quindi accetti la coesistenza di portoghese-brasiliano, talian e italiano, in continua relazione tra loro nella dimensione pubblica come in quella privata.
Adriano Boncompagni prende in easame il caso dell’emigrazione regionale toscana nell’Australia occidentale negli anni venti-trenta. In particolare si sofferma sulle modalità di insediamento, sulla continuità nelle scelte lavorative, e sui rapporti con la società anglo-australiana. L’autore rileva scarsi rapporti tra italiani e autoctoni e ne rintraccia le origini nell’italofobia, dovuta all’anglocentrismo, diffusa nel continente australiano che si andò ad intrecciare con il progetto di emigrazione degli italiani di carattere temporaneo.