La gran parte delle indagini sugli emigrati siciliani negli Stati Uniti a cavallo tra Otto e Novecento ha privilegiato lo studio delle comunità che scelsero come meta di destinazione i grandi conglomerati industriali della fascia atlantica, quasi che la transizione da bracciante a nuova leva operaia abbia rappresentato un processo fisiologico iscritto nelle inarrestabili tendenze della storia. La ricerca si propone di mostrare come, in realtà, questo sia stato un esito impostosi disattendendo le previsioni e i piani elaborati dai vertici statunitensi e da quelli italiani. Per indagare questa tendenza, si fornisce una disamina degli orientamenti e delle alterne vicende che accompagnarono la costituzione di insediamenti rurali negli Stati del Sud imperniati sulla piccola proprietà terriera e destinati ad accogliere gli emigrati siciliani. Nello spiegarne il fallimento, si evidenzierà il ruolo delle reti che dal basso operarono una radicale decostruzione delle rappresentazioni ideologiche che sorreggevano questi progetti.