Sommario
Il saggio di Gian Paolo Calchi Novati evidenzia come l’assenza di conoscenza della storia dei popoli e delle nazioni oggetto della conquista italiana fu uno dei postulati su cui anche in Italia andò sviluppandosi un’idea prettamente coloniale di sé e dell’«altro». L’A. esamina come solo in anni molto vicini a noi la storiografia italiana ha operato una ricostruzione storica del fenomeno coloniale in grado di dar conto della complessità che lega il mondo dei colonizzati e quello dei colonizzatori.
Antonio M. Morone illustra come con la fine del colonialismo, l’occupazione militare inglese delle ex colonie e la nascita dei moderni movimenti nazionalisti, molti italiani d’Africa decisero di tornare in Italia trovandosi così ad affrontare un difficile percorso di reintegrazione nella società della madrepatria. Coloro che rimasero nelle ex colonie costituirono invece un’élite importante per i processi di sviluppo economico e innovazione culturale delle società post-coloniali. Dalla fine degli anni sessanta le rivoluzioni che interessarono le ex colonie portarono alla partenza degli ultimi italiani. Il ritorno in Italia significò per molti una diminuzione significativa in termini di status sociale e benessere economico.
Il contributo di Gianluca Podestà smonta uno dei miti fondativi del colonialismo italiano: quello demografico. Podestà sottolinea come fino al 1936, il numero degli italiani residenti nelle colonie e la quantità dei capitali investiti fossero trascurabili. Un modello gerarchico dei rapporti tra dominatori e sudditi e la realizzazione delle modalità di raccolta di dati relativi alla popolazione furono frutto della colonizzazione fascista degli anni trenta.
Nicholas Lucchetti mostra come l’amministrazione inglese dell’Eritrea coincise per le comunità italiana ed eritrea con una fase di grande impegno politico. L’irrisolta e complessa questione concernente il destino dell’ex colonia e le posizioni contrapposte, da un lato la volontà di riproposizione del dominio coloniale italiano e dall’altro lato un nazionalismo eritreo dai tratti spesso radicali, sfociarono in lotta armata. Lucchetti evidenzia come i protagonisti di questa stagione furono i combattenti noti con il nome di sciftà.
Matteo Grilli rileva la presenza stabile di una comunità italiana nell'attuale Ghana risalente ai primi anni del Novecento quando alcuni gruppi di emigranti del nord Italia raggiunsero la Costa d'Oro per partecipare allo sviluppo minerario e infrastrutturale della colonia britannica. Anche se durante il Novecento il numero degli italiani non superò mai in media le poche centinaia di individui, la sua importanza economica fu assai rilevante. Lo studio della composizione di questo gruppo di emigrazione e dei meccanismi alla base del suo successo economico gettano luce su dinamiche migratorie ancora poco conosciute.
Il saggio di Marie Amélie Bardinet esamina come il nucleo originario costituito dalle grandi famiglie e dai patrioti che parteciparono alla prima emigrazione al Cairo negli anni cinquanta dell’Ottocento abbia costituito un establishment responsabile della fondazione delle scuole italiane. Bardinet affronta poi il cambiamento all’interno della politica italiana nei confronti della colonia italiana del Cairo che smise di far parte del progetto imperialistico. Il governo italiano preferì rivolgersi alla comunità araba ed ebraica con lo scopo di accattivarsi l’opinione pubblica egiziana in previsione dell’invasione della Libia.
L’intervento di Liliana Ellena analizza le relazioni tra colonialismo e migrazioni nelle geografie della memoria del cinema italiano, mettendo a confronto il periodo fascista, il secondo dopoguerra e gli anni che seguirono il 1989. Ellena sottolinea come il legame tra impresa coloniale e rigenerazione nazionale nel periodo fascista e la disconnessione tra passato coloniale e immigrazione nello scenario contemporaneo evidenzino specifiche politiche della memoria che chiamano in causa il rapporto tra identità culturali e mobilità sociale.
Simone Brioni affronta la tematica della letteratura post-coloniale analizzando la rappresentazione dell’identità da parte della scrittrice italiana di origine somala Kaha Mohamed Aden nella performance orale La quarta via e nell’omonimo documentario. In particolare, l’analisi di Brioni mostra in che misura i processi di traduzione interculturale e interlinguistica sono coinvolti nella realizzazione di queste due opere e contribuiscono a determinare una diversa posizione della scrittrice in relazione sia alla cultura di partenza che a quella di arrivo.
Abstract
Gian Paolo Calchi Novati’s essay showshowthelackof knowledge on the history ofpeoplesandnationssubjected to the Italian rule was theassumptionfor the developing of the colonial ideaof self-reliancevs.the «Other». Theauthor examines how in the last few decades Italian historiographyhas made the historical reconstruction of thecolonial phenomenonthat is ableto represent thecomplexlinkbetween thecolonizedsubjects and thecolonizer agents.
AntonioM. Morone describes how the end of colonialism, the British military occupation and the rising of new African nationalism pushed many former Italians settlers to go back to Italy and how here they had to face a difficult process of reintegration into the motherland society. On the contrary those who remained in the former colonies maintained an important role in the processes of economic development and cultural innovation of African societies. Since the late 1960s the revolutions that affected the former colonies led to the departure of the last Italians. For many of them the going back to Italy provoked a significant decrease in terms of social status and economic well-being.
Gianluca Podesta’s text dismantles one of the founding myths of Italian colonialism: the demographic colonization. Podestà well documents that, until 1936, the number of Italians living in the colonies and the amount of capital invested were negligible. A hierarchical model of relationship between rulers and subjects and the implementation of the method of collecting data on population were the result of the fascist colonization of the 1930s.
Nicholas Lucchetti shows how the British Administration of Eritrea was a period of great political changes for both Italians and Eritreans. The complex and unsolved issue concerning the territorial disposal led to an armed struggle between the Italian desire to recover the former colonial positions in Eritrea and the Eritrean nationalists fighting for freedom. Lucchetti shows how the protagonists of this season were the fighters known as sciftà.
MatteoGrilli traces back the presence of a stable Italian community in Ghana to the early twentieth century when some groups of northern Italian migrants reached the Gold Coast to participate in the mining and infrastructuraldevelopmentof the British colony. Although during the twentieth century the average number of Italians never exceeded a few hundred people, its economic importance was very significant. The analysis of the composition of this group, and the mechanisms which led to its economic success, sheds light on migration dynamics which have been very little examined by the historiography.
Marie Amélie Bardinet’s essay examines how the Italian families and patriots who participated in the first migration to Egypt during the 1850s was closely related with the Italian schools in Cairo. The author then explains the change in Italian policy towards the Italian migrants in Cairo, when Egypt ceased to be part of the Italian imperialistic project and the Italian government chose to refer its educational project to Arab and Hebrew community in order to gain public support for the Libya invasion.
LilianaEllena investigates the link between colonialism and migration among the memories of Italian cinema, comparing the fascist era, the post world war second period and the contemporary years. Ellena also underlines the relation between colonial enterprise and national regeneration during the fascist period and the its disconnection from the colonial past, highlighting the specific politicization of the public memory that involves cultural identity as well as social mobility.
Simone Brioni’s paper deals with the post-colonial literature, analyzing the representation of identity of the Italian writer of Somali origins Kaha Mohamed Aden in the oral performance La quarta via and in the homonymous documentary. Brioni’s analysis focuses on the processes of intercultural and linguistic translation of these works and on how they contribute to determine a different position of the writer in relation with the Somali and Italian culture.
Résumé
Cet essai par Gian Paolo Calchi Novati met en relief comment l'absence de connaissances d’ une histoire préalable des peuples et des nations, qui ont été l’ objet de la colonisation italienne, était l'un des postulats sur lesquels en Italie se développa une idée tout simplement coloniale de soi et de l’«autre». L’A. examine comment au cours de ces dernières années l’historiographie italienne a produit une reconstruction historique du phénomène colonial capable de rendre compte de la complexité qui lie le monde des colonisés et des colonisateurs.
Antonio M. Morone explique comment au moment de la fin du colonialisme, l'occupation militaire britannique des ex colonies italiennes et la naissance de mouvements nationalistes modernes locales, de nombreux Italiens d’ Afrique décidèrent de retourner à l'Italie devant donc affronter une réinstallation pas facile dans la société de la mère patrie. Ceux qui restèrent dans les anciennes colonies formèrent une élite importante pour le développement économique et l'innovation culturelle des sociétés postcoloniales. Par la fin des années 1960 les révolutions qui ont touché les anciennes colonies, ont entraîné le départ des dernières italiens. Le retour en Italie pour beaucoup d’eux a signifié une diminution importante en termes de statut social et le bien-être économique.
La contribution de Gianluca Podestà désassamble un des mythes fondateurs du colonialisme italien: le mythe démographique. Podestà a souligné que, jusqu'en 1936, le nombre d'italiens résidents dans les colonies et le capital financier engagé était négligeable. Un modèle hiérarchique de la relation entre dominateurs et ressortissants coloniaux et de modalité rassemblement de données relatives à la population étaient le résultat de la colonisation fasciste des années 1930.
Nicholas Lucchetti montre comment l'administration britannique de l'Érythrée coïncide pour la communauté italienne et l'Érythrée avec un temps de grand engagement politique. La question complexe et non réglée concernant le sort du territoire et le positions politiques opposées, le désir de renouveau de la domination coloniale italienne d'un côté et un nationalisme érythréen aux traits souvent radicaux de l'autre, aboutirent à la lutte armée. Lucchetti illustre comment les protagonistes de cette saison furent les combattants ambiguës, que l'on s’appelait les sciftà.
Matteo Grilli détecte la présence d'une communauté italienne au Ghana actuel datant du début du XXe siècle, lorsque certains groupes d'immigrants de l'Italie du Nord atteignirent la Côte de l'Or pour participer à l'exploitation minière et à la construction des infrastructures de la colonie britannique. Bien qu'au cours du XXe siècle le nombre d'italiens, s'est borné à quelques centaines de personnes, leur l’importance économique était négligeable. . L'étude de la composition de ce groupe d'émigration et des mécanismes à la base de sa réussite économique montrent des dynamiques d'installation encore peu connue.
L'essai de Marie Amélie Bardinet examine comment le noyau original formé par de grandes familles et par des patriotes qui ont participé à la première émigration au Caire dans les années 1850 constitua un milieu capable de créer les écoles italiennes. L'A. considère le changement de la politique italienne à l’égard de la colonie au Caire lorsqu'elle cessa de faire partie du projet impérialiste national. Le gouvernement italien choisit de s'adresser plutôt à la communauté arabe e aux Erythréens, l'objectif étant de gagner l'opinion publique égyptienne en prévision d'une invasion de la Tripolitaine.
L'essai de Liliana Ellena analyse les relations entre le colonialisme et les migrations dans les géographies de la mémoire du cinéma italien, comparant la période fasciste, le deuxième après-guerre et les années suivant 1989. Ellena souligne les différentes politiques de la mémoire, en association avec la mobilité, poursuivies dans les deux périodes: lien entre entreprise coloniale et régénération national dans l'ère fasciste; déconnexion entre le passé colonial et l'immigration dans le panorama contemporain.
Simone Brioni aborde le thème de la littérature postcoloniale en analysant la représentation de l'identité qui a été faite par Mohamed Aden Kaha dans la performance orale La quarta via et dans le documentaire homonyme. En particulier, l'analyse de Brioni montre le processus de traduction interculturelle et interlinguistique et son implication dans la mise en œuvre de ces deux œuvres de l’écrivaine italienne d'origine somalienne, qui configurent le différant positionnement de l'autrice par rapport à la culture d'origine et à celle du pays d'installation.
Resumo
O ensaio de Gian Paolo Calchi Novati evidencia como a falta de conhecimento da' história dos povos e das nações que foram objeto de conquista por parte da Itália foi uma das bases sobre a qual se desenvolveu, na Itália também, uma idéia colonial de si e do «outro». O autor examina como somente numa época muito próxima a atual, a historiografia italiana realizou uma reconstrução histórica do fenômeno colonial capaz de enxergar a complexidade que une o mundo dos colonizadores e aquele dos colonizados.
Antonio M. Morone mostra como, terminada a fase do colonialismo, a ocupação militar inglesa das ex-colônias e o nascimento dos modernos movimentos nacionalistas, muitos italianos «africanos»decidiram voltar para a Itália, tendo que enfrentar um difícil percurso de reintegração na sociedade da mãe pátria. Aqueles que não abandonaram as ex-colônias constituíram uma importante elite que colaborou com os processos de desenvolvimento econômico e com a inovação cultural das sociedades pós-coloniais. A partir do final dos anos sessenta, as revoluções que interessaram as ex-colônias determinaram a partida dos últimos italianos. A volta para a Itália significou para muitos uma diminuição significativa de status social e de bem-estar econômico.
A contribuição de Gianluca Podestà desmonta um dos mitos que fundou o colonialismo italiano: o mito demográfico. Podestà sublinha que até 1936, o número dos italianos residentes nas colônias e a quantidade de capital investido não foram relevantes. Um modelo hierárquico dos relacionamentos entre dominadores e súditos e a implementação de novas modalidades de recolhimento de dados sobre a população foram o fruto da colonização fascista dos anos ’30.
Nicholas Lucchetti mostra como a administração inglesa na Eritréia coincidiu para a comunidade italiana e eritréia com uma fase de grande empenho político.
A luta armada foi o fruto de uma questão não resolvida e complexa, ligada ao destino do território e às posições contrapostas, de um lado o desejo de propor novamente o domínio colonial italiano e do outro o radical nacionalismo da Eritréia. Lucchetti evidencia que os protagonistas daqueles acontecimentos foram aqueles ambíguos combatentes chamados sciftà.
Matteo Grilli aponta a presença estável de uma comunidade italiana no atual Gana, existente desde as primeiras décadas de 1900, quando alguns grupos de emigrantes do norte da Itália alcançaram Costa do Ouro para participar do desenvolvimento minerário e infraestrutural da colônia britânica. O número de italianos presente no território africano não superou a centena de indivíduos, mas a sua importância econômica foi relevante. O estudo da composição deste grupo de emigração e dos mecanismos que forjaram o seu sucesso econômico, apontam dinâmicas migratórias ainda pouco conhecidas.
O ensaio de Marie Amélie Bardinet examina como o núcleo originário constituído pelas grandes famílias e pelos patriotas que participaram da primeira emigração ao Cairo por volta de 1850 tenha formado um establishment responsável pela fundação das escolas italianas. A autora enfrenta também o tema da mudança dentro da política italiana em relação à colônia italiana do Cairo quando esta localidade deixou de fazer parte do projeto de imperialismo. O governo italiano preferiu então se interessar pelas comunidades árabes e eritréias com a finalidade de cativar a opinião pública egípcia em vista da invasão da Tripolitânia.
A intervenção de Liliana Ellena analisa as relações entre colonialismo e migrações nas geografias da memória do cinema italiano, confrontando o período fascista, o período após a segunda guerra mundial e os anos após 1989. Ellena sublinha também que a ligação entre a aventura colonial e a regeneração nacional da época fascista, além da desconexão entre o passado colonialista e a atual imigração no cenário italiano contemporânea e mobilidade.
Simone Brioni enfrenta o tema da literatura pós-colonial analisando a representação da identidade por parte d escritora italiana de origem sômala Kaha Mohamed Aden na performance La quarta via e no homônimo documentário. Especialmente, a análise de Brioni demonstra em que medida os processos de tradução intercultural e interlinguística estão envolvidos na realização destas obras e contribui para determinar uma diferente posição da escritora em relação à cultura de origem e aquela do país de acolhida.
Extracto
El ensayo literario de Gian Paolo Calchi Novati resalta cómo la falta de conocimiento de la historia de los pueblos y de las naciones sujetas a la conquista colonial italiana fue uno de los postulados sobre los cuales, incluso en Italia, se fue desarrollando una idea netamente colonial de sí y del «otro». El autor examina como sólo en años muy cercanos a nuestro tiempo la historiografía italiana ha realizado una reconstrucción histórica del fenómeno colonial en grado de mostrar la complejidad que une al mundo de los colonizados con el de los colonizadores.
Antonio M. Morone ilustra cómo con el final del colonialismo, la ocupación militar inglesa de las ex colonias y el nacimiento de los movimientos nacionalistas modernos, muchos italianos de África decidieron volver a Italia teniendo que afronta un difícil proceso de reintegración en la sociedad de la madre patria. En cambio aquellos que se quedaron en las ex colonias constituyeron una elite importante para los procesos de desarrollo económico e innovación cultural de las sociedades postcoloniales. Desde los fines de los años sesenta las revoluciones que interesaron a las ex colonias motivaron el retorno en Italia de los últimos italianos que habían quedado en éstas. El regreso al viejo continente significó para muchos de ellos una disminución significativa sea de su estatus social que del bienestar económico.
El aporte de Gianluca Podestá desarticula uno de los mitos fundacionales del colonialismo italiano: aquel relacionado con el aporte demográfico. Podestà resalta que hasta 1936 el número de italianos residentes en las colonias y el monto de inversiones de capital no eran mayormente significativas. Un modelo jerárquico de relaciones entre dominantes y súbditos y la implementación de las modalidades de recolección de la información relativa a la población fueron fruto de la colonización fascista de los años treinta.
Nicholas Lucchetti muestra cómo la administración inglesa de Eritrea coincidió para las comunidades sea italiana que local con una fase de fuerte participación política. La entonces no resuelta y compleja cuestión concerniente al destino del territorio y las posiciones contrapuestas, de un lado la voluntad de re proponer el dominio colonial italiano y del otro lado un nacionalismo eritreo por momentos de semblanza muy radical, degeneraron en conflictos armados. Luchetti evidencia como los protagonistas de este período fueron aquellos ambiguos combatientes conocidos como sciftà.
Matteo Grilli releva la presencia estable de una comunidad italiana en la actual Ghana que se remonta a los primeros años del siglo 20 cuando algunos grupos de emigrantes de Italia del norte llegaron a la Costa de Oro para participar al desarrollo minero e infraestructural de esta colonia británica. Si bien durante el pasado siglo el número de italianos en el lugar no superó nunca en media pocos centenares de individuos, su importancia economía fue mucho más relevante. El estudio de la composición de este grupo migratorio y de los mecanismos que generaron sus logros económicos, echan luz sobre las dinámicas migratorias aún poco conocidas.
El ensayo de Marie Amélie Bardinet examina cómo el núcleo originario constituido por grandes familias pero también por particulares que participaron de la primera migración a El Cairo en la mitad del siglo 19 haya constituido un establishment responsable de la fundación de las escuelas italianas.
La autora aborda el cambio dentro de la política italiana con respecto a la colonia italiana de El Cairo que deja de ser parte del proyecto imperialista. El gobierno italiano prefirió establecer lazos principalmente con la comunidad árabe o eritrea. La intención era ganarse la opinión pública egipcia ante la eminente invasión italiana a la Tripolitania (hoy Libia)
En su intervención, Liliana Ellena, analiza las relaciones entre colonialismo y migraciones en la geografía de la memoria del cine italiano, confrontando el período fascista, el segundo postguerra y los años posteriores al 1989. Ellena subraya además cómo el lazo entre empresa colonial y regeneración nacional en el período fascista por una parte y la desconexión entre pasado colonial e inmigración en el escenario contemporáneo por otra, evidencia específicas políticas de la memoria que renuevan la relación entre identidad cultural y movilidad.
Simone Brioni encara la temática de la literatura postcolonial analizando la representación de la identidad de parte de la escritora italiana de origen somalí Kaha Mohamed Aden en la performance oral La quarta via y el documental fílmico del mismo nombre. En particular el análisis de Brioni muestra en qué medida los procesos de traducción intercultural e interlingüística se ven involucrados en la realización de estas don obras y contribuyen a determinar una diversa posición de la escritora en relación sea a su cultura de origen que a aquella de su actual país de residencia.