Il volume raccoglie e presenta i risultati di un’indagine svolta dall’Università Cattolica di Milano in collaborazione con il Centro di Italianistica dell’Università di Stoccarda, l’Ente ial-cisl e finanziata nell’ambito del progetto Sprint (SonderPRojektINTegration) dal Ministero italiano del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.
I processi migratori in Italia e le seguenti politiche d’integrazione, oggetto di analisi, tematizzando il problema delle seconde generazioni e della loro presenza nel sistema scolastico nel paese di accoglienza, hanno portato a mettere a fuoco alcuni nuovi aspetti dell’emigrazione italiana.
Il volume affronta le tematiche legate alla attuale presenza italiana in Germania dalla prospettiva del paese ospitante. Le Regioni prese in considerazione dallo studio sono il Baden Württemberg, la Baviera e il Rheinland Pfalz, aree dove è attivo l’ente gestore ial-cisl che coordina, oltre ai corsi di lingua e cultura, anche quelli di sostegno scolastico finanziati prevalentemente dallo stato italiano. Nonostante questi sforzi, l’esperienza scolastica delle nuove generazioni presenta forti lacune. Mentre il progetto Sprint intendeva individuare le cause dell’insuccesso scolastico, sperimentando dispositivi didattici in grado di contrastare questo fenomeno, la parte della ricerca sociologica ha come tema i processi d’integrazione. Gli ambiti presi in considerazione durante l’indagine sono stati: le condizioni socio-professionali; le risorse economiche, culturali e relazionali; i progetti per il futuro; gli stili educativi; la lingua di comunicazione in famiglia; gli orientamenti di cittadinanza e naturalizzazione; i rapporti con le istituzioni scolastiche tedesche, con l’Italia, le istituzioni italiane e le famiglie d’origine.
Come strumenti di metodologia sono stati realizzati dei focus group con testimoni privilegiati del mondo della scuola (insegnanti curriculari e di supporto, rappresentanti di associazioni e così via) e con adolescenti di seconda generazione residenti nelle Regioni prese in esame. Inoltre sono state raccolte storie di vita familiari su un campione di trenta famiglie italiane.
La prima parte del volume presenta alcuni dati socio-strutturali sugli italiani in Germania e sul sistema scolastico tedesco. Egidio Riva, presentando diversi dati statistici, offre uno sguardo generale sull’immigrazione e sulla presenza degli italiani in Germania, sulla loro qualifica professionale e situazione lavorativa. A causa delle professioni svolte, in numerosi casi si sviluppano forme di segregazione a carattere etnico con un’accentuata presenza italiana in settori meno innovativi dell’economia. In un secondo capitolo Rossana Lucchesi presenta il sistema scolastico nelle sue diverse fasi: prescolare, primario, secondario e terziario (università). L’autrice, al termine del suo contributo, rileva come le strutture che ospitano scuole e università in Germania siano molto più «belle e ben fornite di attrezzature e strumentazioni: un elemento questo che distingue molto il mondo della scuola tedesco da quello italiano, e che in genere, contribuisce a rendere più piacevole e proficuo per docenti e discenti il tempo trascorso tra le mura scolastiche» (p. 65). Gli alunni di origine italiana, come altri gruppi di stranieri, sembrano non poter approfittare di questo elemento. Di fatto, nelle regioni dove è stata svolta la ricerca, tipiche della tradizionale emigrazione del lavoro e caratterizzate da sistemi scolastici più selettivi che in altri Bündesländer, gli italiani presentano un elevato tasso di alunni che frequentano le Hauptschulen (scuole meno selettive e simili alle scuole professionali italiane) e un basso tasso di frequenza dei ginnasi.
Nella seconda parte del volume sono i soggetti dellaricerca a svolgere un ruolo principale: si sentono e si possono leggere per pagine intere le loro voci. Gli autori li lasciano raccontare-parlare, presentando,secondo gli argomenti presi in considerazione, le loro esperienze, i loro punti di vista, i loro pareri, il loro vissuto. Il materiale empirico, commentato e analizzato da Laura Zanfrini ed Egidio Riva, è talmente ampio da rendere difficile esporre in poche righe le tesi principali per ogni capitolo. La presentazione degli argomenti trattati nei diversi capitoli può però dare un’idea sui contenuti delle possibili osservazioni e delle tesi elaborate dagli autori. Il capitolo dedicato alla vicenda migratoria indaga il contesto di origine e la situazione familiare, la decisione di emigrare e il progetto emigratorio, così come la valutazione del percorso. Il seguente capitolo focalizza l’attenzione sulla famiglia, l’emigrazione come progetto familiare, le trasformazioni in direzione di una generazione transnazionale e le strategie di funzionamento familiare. In un terzo capitolo viene esposto il rapporto con il mercato del lavoro, dove accanto alla situazione lavorativa, vengono presentate le aspettative verso i figli e l’importanza delle competenze in una società del sapere.
Riguardo alla vita della comunità italiana, gli autori la definiscono una comunità di comunità anche rispetto agli aspetti dell’associazionismo, così come nelle sue diverse sfere di partecipazione pubblica e politica, dove però, per la maggior parte dei soggetti interpellati, la vita quotidiana si svolge entro i confini della comunità, tra connazionali, con difficoltà nel relazionarsi con il mondo tedesco.
Ripensare il concetto di cittadinanza nella società dell’immigrazione è un ulteriore tema del volume. Nel capitolo ci si chiede che tipo di orientamento di cittadinanza è possibile per gli italiani in Germania: sono orientati verso una cittadinanza nazionale, o verso una semi-cittadinanza ovvero denizenship, o in direzione di una cittadinanza europea, o di una membership transnazionale? Proprio la seconda generazione, secondo gli autori, si trova a «essere investita in modo particolare da un tumulto identitario» (p. 350). In questo contesto è nella scuola che si riflettono tensioni e contrasti. Seguono a queste constatazioni due capitoli che trattano in primo luogo la problematica della lingua come diritto/dovere di cittadinanza, il rapporto conflittuale con l’idioma della società d’accoglienza, i comportamenti linguistici delle famiglie e il risultato in alcuni casi di un «semi-linguismo» con effetti deleteri sulle carriere scolastiche. In secondo luogo, viene affrontato il tema della scuola: la performance scolastica è vista come una sfida per la coesione sociale, proprio perché attraverso «il deprezzamento dellaHauptschule sul mercato del lavoro e, con esso, il tradizionale modello d’incorporazione economica degli immigrati italiani in Germania» (p. 428) la seconda generazione si trova sempre più soggetta a forme di esclusione.
Nonostante la comunità italiana nelle tre Regioni prese in considerazione soffra di difficoltà di inserimento, il capitolo conclusivo di Laura Zanfrini porta un titolo indicativo «Eppur si muove … le strategie delle famiglie italiane», inteso come segnale positivo per il futuro in un’Europa dove il bilinguismo e il possesso di diverse competenze culturali sono sempre più un veicolo di inclusione sociale. Il volume di Colasanto e Zanfrini è un interessante contributo riguardo ai processi di integrazione della comunità italiana in alcune regioni tedesche. Inoltre, poiché tali processi non sono interpretati in un’«ottica tedesca» e nella loro analisi, gli autori non sono influenzati dai discorsi dominanti sul tema in Germania, offre una visione differenziata del tema. Il volume può essere anche di utilità per chi, in Italia, opera e lavora nel campo dell’immigrazione.
Edith Pichler