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Alla ricerca di una storia. Il colonialismo italiano e l’Africa

Gian Paolo Calchi Novati, Università di Roma La Sapienza  

La mancanza di una storia dei popoli e delle nazioni oggetto della conquista italiana, incapaci come tali di difendere e organizzare le loro sovranità, fu uno dei postulati su cui anche in Italia andò sviluppandosi un’idea prettamente coloniale di sé e dell’«altro». Aimé Césaire, un nero originario della Martinica, giudica quella instaurata dal colonialismo fra colonizzatori e colonizzati, la relazione peggiore fra le tante ipotizzabili: «Dalla colonizzazione alla civilizzazione la distanza è infinita» (Césaire, 1955, p. 16). La società coloniale è segnata di fatto da una barriera di colore: il colonizzato soffre di un’alterità che lo differenzia dal colonizzatore e più in grande dallo statuto di uomo (Liauzu, 2003, p. 126). L’Europa che straripa nelle terre «senza storia» è per suo conto sovraccarica di storia, ma per conoscere e far conoscere l’Africa inventa una disciplina apposita, che privilegia quali oggetti di studio la parentela, la magia, la ritualità e, in ultima analisi, le espressioni della vita primitiva.

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