In Brasile, tra il 1930 e il 1945, si assiste alla diffusione di un sentimento di diffidenza nei confronti dell’elemento straniero che, a partire dal 1938, si concretizza con l’emanazione di un corpus di norme, conosciute come leggi di nazionalizzazione, finalizzate a regolare la condotta degli immigrati e dei loro discendenti. In questo contesto, la collettività italiana fu sottoposta a restrizioni e controlli da parte della polizia politica che, a partire dal 1942, si concentrarono su quei segmenti della comunità accusati di propagandare il fascismo italiano all’interno del paese. Questo saggio analizza un aspetto specifico della politica giudiziaria messa in atto dal Governo di Getúlio Vargas, ovvero i meccanismi di controllo e repressione adottati dal Departamento Estatual de Ordem Política e Social do Estado de São Paulo (deops), tra il 1938 ed il 1945, utilizzando alcuni avvenimenti occorsi all’interno della collettività italiana come esplicativi di tali pratiche.
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