Il presente articolo analizza il caso di studio dell’organizzazione Iavanet – Italian American Visual Artists’ Network – come una pratica interculturale che, con un linguaggio artistico specifico, non solo fa emergere la trasformazione dell’immagine dell’italoamericano da criminale, incivile e mafioso ad artista, ma anche la stratificazione di patrimoni culturali diversi, accumulati nel corso della storia italiana e americana. Attraverso gli interventi degli artisti di Iavanet ad una tavola rotonda del Calandra Institute di New York, e un’intervista effettuata a Richard Laurenzi, il fondatore dell’organizzazione in oggetto, si mostra come Iavanet proponga un’immagine socialmente desiderabile dell’italoamericano e del suo patrimonio culturale d’origine, storicamente minato da stereotipi e pregiudizi razziali, in particolare attribuiti all’Italia del Sud.
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