Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento sia la Chiesa d’Inghilterra a Londra che quella Episcopale a New York si posero il problema di dare un’educazione religiosa al folto contingente di immigrati italiani delle due città e che, spesso, con l’emigrazione abbandonavano qualunque pratica religiosa. Questi tentativi si intrecciarono con le speranze, coltivate in quello stesso torno di tempo da alcuni settori di entrambe le Chiese, di proporre all’Italia il modello episcopale di stampo anglicano per una riforma religiosa del paese. In entrambi gli ambiti, sia quello missionario per gli immigrati, che quello propagandistico rivolto all’Italia, i risultati furono assai modesti. Una figura chiave nella storia di questi tentativi della Comunione anglicana è rappresentata da Costantino Stauder (1841-1913) che fu, con ogni probabilità, il primo ministro episcopale di nazionalità italiana e che, a New York, dette vita alla prima missione italiana episcopale, per essere poi brevemente coinvolto nell’attività anglicana nel quartiere italiano di Londra. Il suo eccentrico e contraddittorio percorso biografico lo vedrà missionario cattolico negli Stati Uniti, ministro episcopale a New York e infine bizzarro intellettuale a Londra. Le tre fasi delle sua vita consentono di ricostruire un aspetto inesplorato della storia dell’emigrazione italiana negli Stati Uniti e in Inghilterra.